domenica 21 giugno 2009

Poesia giapponese

Questo bellissimo lavoro su carta di riso me lo ha donato Junko. E' una poesia di Sugara no Michizane che lei ha scritto e poi ha dipinto per rappresentare le foglie dell'acero rosso.

Kono tabi wa

nusa mo toriaezu

tamukeyama

momiji no nishiki

kami ni manimani

Per questo viaggio, i nastri votivi

non ebbi tempo di preparare,

e dunque sulla collina della sacra offerta

sia volontà divina accettare

il broccato delle foglie autunnali.

E' bellissima... grazie Junko!
Sugawara no Michizane
(845 - 903) uomo politico e letterato. Benché di origini non aristocratiche, riuscì ad arrivare al grado di Ministro della Destra grazie alla sua cultura e competenza, ma fu rovinato dagli intrighi dei Fujiwara ed esiliato con ingiuste accuse. Dopo a sua morte in esilio fu divinizzato con il nome di Tenjin: viene considerato il kami protettore della calligrafia e degli studi letterari.
È autore di due antologie poetiche in cinese (il Kankebunsô, del 900, e il Kankekôshû, del 903) in cui affronta, con un'impronta fortemente personale e autobiografica, temi nuovi per la poesia giapponese dell'epoca, come la delusione per la propria vicenda esistenziale, il rimpianto per la giovinezza lontana, le avversità dell'esistenza quotidiana, il buddhismo come ultima consolazione ai dolori della vita.
La sua vicenda ha ispirato parecchie opere letterarie, tra cui il dramma di bunraku Sugawara denju tenarai kagami.

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